martedì 28 aprile 2015

Parole parole parole

Grande è l'oceano ma la balena 
Naviga piano nella luna piena 
Rossa di bocca, nera di notte 
Gialla di luce, bianca di latte 
Grande ragazza di tutti i colori 
Bella la mamma vista da fuori

Quando ero in attesa, mi regalarono un libro bellissimo, Mamma Lingua di Bruno Tognolini e Pia Valentinis: ventuno filastrocche, una per ogni lettera dell'alfabeto, per la mamma e il bambino.
Mi dissero che erano esercizi di suoni e parole, un modo tenero per cullare il mio Piccolo in pancia e far sì che si abituasse alla mia voce.

Ho adorato questo libro. E adoravo la sera mettermi a letto col Maritino, accarezzarmi il pancione e leggere una filastrocca ad alta voce...
Non che sia servito, si sappia. Oggi il Piccolissimo non ama sentirmi leggere, ve l'ho già detto, ma io nutro speranze su un piccolo germe piantato in quelle notti. 

Amo le parole. Ne ho scritte alcune sulle pareti della sua camera, ne scriverei altre su ogni stanza della nostra casa. 
Per questo ho amato particolarmente anche questo progetto, fatto di ceramica e parole.




Mia sorella mi ha chiesto di decorare due piatti, da appendere in bella vista nella sua mini cucina-salotto. Voleva delle frasi brevi ma grintose, che le dessero la giusta carica per cominciare al meglio le sue giornate. 



Sono andata a rispolverare le lezioni online di Chiara del Castello di Zucchero, maestra del handlettering e dei timbri (ah! come mi piacerebbe partecipare a un suo workshop!!!) 


Ho usato del nastro in carta per segnare le righe da seguire e un pennarello indelebile dalla punta sottile; non mi è servito adoperare quelli per ceramica visto che questi piatti hanno una pura funziona decorativa, che non necessiterà di lavaggi successivi. 



Il risultato è impreciso, non perfetto -abbiate pietà, sono una principiante in fatto di scrittura a mano libera - ma alla fine gradevole. 


(E poi da lontano le imperfezioni non si notano...) 



Voi che ne pensate??? 

Bacio!

giovedì 16 aprile 2015

A proposito di giocattoli bellissimi

Magari qualcuno se ne è già accorto, sbirciando su Instagram: da qualche giorno c'è un nuovo amico che gironzola per casa.


Lui è l'Orso Nasone, un nuovo buffissimo amico del Piccolissimo; occhi piccini, colorate braghette e braccia lunghe per teneri abbracci.


Nasone è nato dalla mani di Anna, mitica Tulimami, artigiana appassionata e ideatrice di magiche storie.



Nel suo Tuli Lab, Anna crea meraviglie, dando vita a lavori unici.


Anche il nostro Orso è un esemplare unico al mondo: i suoi vestiti e le sue orecchie vengono da una vecchia camicina del Piccolo.
Anna ha avviato una nuova linea di pupazzi cuciti a mano, in un cui ciascuna mamma può far inserire un pezzetto di un abito ormai dismesso.
Io ho da subito trovato questa idea tenerissima e sono orgogliosa di aver ordinato il primo Orso di questa nuova famiglia morbidosa.
Inoltre, poiché prevediamo lunghe passeggiate in compagnia di Nasone, ho pensato che sarebbe stato bello avere una Tuli collana abbinata, da sfoggiare sotto il cielo di primavera...


(Perché a volte anche il packaging è bello quanto il dono)
Io penso sia bellissima, voi?
Bacio! Noi usciamo! Assolate giornate a voi tutte!



Ps: questo post non nasce come mero spot pubblicitario ma dalla volontà di rafforzare una teoria: la bellezza e l'unicità del fatto-a-mano-con-il-cuore. 
Un oggetto come questo, pensato e realizzato con passione e originalità, regala un'emozione unica. Unica come un Orso un pò Nasone.

Grazie ancora Anna!Magari un giorno passeremo a trovarti nel Tuli Lab...

domenica 12 aprile 2015

Giochi scioccherelli per bambini intelligenti

"Mio figlio adora i libri!"
"..." (sguardo sorpreso, il mio! Il figlio ha un anno!)
"Ma no, cosa hai capito?!? Non li legge mica! Lui ama sfogliarli, i libri, guardare le immagini, ascoltarmi raccontargli storie..."



Mio figlio, se provo a raccontargli una fiaba, mi abbandona dopo pochi secondi, preferendo scalare la testata del letto. Se gli do un libro, me lo tira contro. O lo mangia.


Io però non ci sto a crescere un figlio buzzurro e ignorantone. E allora gli compro libri bellissimi, educativi e seri. Oppure scelgo giochi manipolativi, che sviluppino al meglio le sue abilità.

Non è vero. Quando scelgo un gioco per lui, è solo la bellezza dell'oggetto, i suoi colori, il materiale di cui è fatto a rapirmi. Scelgo quel gioco e penso che mio figlio, prima o poi, se ne innamorerà.



Al momento i nostri gusti si incontrano sui giochi in legno: io ne amo l'eleganza senza tempo, lui sgranocchiarli come un castoro. Prende i vari pezzi e per un pò gioca ad incastrarli; poi si scoccia e cerca di incastrarli nella mia bocca.




Avrò un figlio buzzurro. Ma con dei giochi fighissimi.